Percorso NeuroPerineo
In cosa consiste il metodo riabilitativo NeuroPerineo?
La prostatectomia radicale può salvare la vita, ma lascia spesso dietro di sé conseguenze importanti: incontinenza, disfunzione erettile, alterazione della percezione corporea. Questi effetti non sono solo fisici: coinvolgono anche il senso di identità corporea dell’uomo, la sicurezza, la fiducia in sé.
Il percorso riabilitativo NeuroPerineo è un approccio innovativo alla riabilitazione del pavimento pelvico maschile, pensato specificamente per gli uomini che hanno subito una prostatectomia radicale. Nasce proprio per questo: è un programma riabilitativo che non si limita a rinforzare i muscoli, ma si rivolge in primo luogo al cervello. Perché è il sistema nervoso centrale (SNC) che guida il recupero. E lo fa attraverso la plasticità neuronale, la straordinaria capacità del cervello di adattarsi, riorganizzarsi e imparare.
Perchè Neuro?
Perché il nostro corpo non funziona solo grazie ai muscoli, ma grazie alle connessioni che li mettono in comunicazione con il cervello.
Dopo un intervento come la prostatectomia, queste connessioni possono essere alterate o temporaneamente silenziate, anche se i nervi non sono stati tagliati. Il risultato? Il cervello smette di percepire chiaramente il pavimento pelvico.
Molti uomini lo descrivono così: “Non lo sento più”, “È come se non ci fosse”.
Non è solo una questione di forza muscolare: è una perdita di contatto tra mente e corpo, tra volontà e sensazione.
L’idea del percorso NeuroPerineo nasce proprio da questo:
dalla consapevolezza che la riabilitazione non comincia dai muscoli, ma dal sistema nervoso.
Si basa sulla plasticità neuronale, cioè la capacità del cervello di riprogrammare le connessioni, di adattarsi e imparare di nuovo.
Attraverso esperienze guidate, esercizi mirati e stimoli percettivi, il cervello può ristabilire il contatto con il pavimento pelvico, recuperare il controllo e reintegrare questa zona nella propria mappa corporea.
- Plasticità neuronale e apprendimento motorio
Il sistema nervoso ha la straordinaria capacità di modificarsi in risposta all’esperienza. Può creare nuove connessioni, rafforzare quelle esistenti e “reimparare” funzioni che sembravano perdute.
Un esempio concreto è quello dei musicisti professionisti: studi scientifici mostrano che, nel corso degli anni, la rappresentazione corticale delle loro mani si espande, proprio perché quelle dita vengono attivate, affinate e percepite con estrema precisione.
Allo stesso modo, anche il pavimento pelvico – se stimolato con intenzionalità, consapevolezza e coerenza – può tornare a occupare uno spazio più definito nella mappa cerebrale, migliorando controllo, sensibilità e funzione.
- Rappresentazione corticale e mappa corporea
Nel nostro cervello esiste una sorta di “mappa” che rappresenta ogni parte del corpo. Alcune zone, come le mani o i piedi, occupano uno spazio molto ampio, perché vengono usate spesso e con grande precisione.
Il perineo, invece, ha una rappresentazione corticale più piccola e poco definita, che può diventare ancora meno attiva dopo un intervento come la prostatectomia. Il rischio è che il pavimento pelvico venga “dimenticato” dal cervello, perdendo la connessione tra sensazione, controllo e movimento.
Attraverso esercizi mirati, esperienze guidate e strategie riabilitative basate sulla percezione e sull’intenzionalità del movimento, è possibile riattivare quella parte della mappa cerebrale. In questo modo, il pavimento pelvico torna a essere “riconosciuto” dal sistema nervoso, recuperando presenza, controllo e funzione
Grazie a esercizi mirati, è possibile rieducare il sistema nervoso, migliorare la rappresentazione del perineo nella corteccia cerebrale e recuperare controllo e sensibilità.
Come funziona nella pratica?
Nel metodo NeuroPerineo non ci si limita a “fare esercizi”. Si lavora soprattutto su:
Percezione – imparare a sentire il proprio corpo di nuovo, a riconoscere i segnali deboli, a ricostruire la consapevolezza corporea.
Controllo – una volta sentito, il muscolo va riattivato con precisione, gradualmente.
Integrazione – il pavimento pelvico torna a far parte del movimento globale: nella respirazione, nella postura, nella vita di ogni giorno.
Strumenti come il biofeedback o elettrostimolazione vengono usati solo in momenti chiave, per aiutare il paziente a vedere e capire meglio ciò che sta accadendo. Ma l’obiettivo finale è che il corpo impari da solo, senza dipendere dagli strumenti.
Le tappe del percorso NeuroPerineo
Imparare a riconoscere e attivare in modo selettivo i muscoli del pavimento pelvico.
L’obiettivo è ottenere una contrazione isolata e precisa, distinguendola dagli altri muscoli.
Collegare il movimento perineale al ritmo del respiro, per rendere la contrazione più fluida e naturale, migliorando anche il tono del sistema nervoso autonomo.
Saper dosare lo sforzo, imparando a regolare l’intensità della contrazione come se si avesse un “regolatore di volume”.
Allenare il rilascio controllato, evitando cedimenti improvvisi.
Si lavora sul fine controllo e sulla fiducia nel momento di lasciar andare.
Allenare la resistenza muscolare per sostenere le attività quotidiane.
Si costruisce stabilità e continenza nel tempo.
Far sì che la contrazione emerga spontaneamente nei momenti funzionali, come tossire, sollevare o cambiare posizione.
L’obiettivo è l’automatizzazione nella vita reale.
Soluzioni avanzate per una riabilitazione efficace
Nel percorso NeuroPerineo vengono utilizzati strumenti tecnologici mirati per rendere la riabilitazione più efficace, rispettosa e personalizzata:
Biofeedback ecografico:
permette di visualizzare in tempo reale l’attività del pavimento pelvico, senza ricorrere a sonde endocavitarie. È una modalità discreta, non invasiva e più confortevole per il paziente.Biofeedback elettromiografico (EMG):
utile per monitorare l’attivazione muscolare e migliorare la consapevolezza e il controllo motorio.Elettrostimolazione funzionale:
viene proposta solo nei casi selezionati in cui possa realmente utile per facilitare la ripresa del tono o del reclutamento muscolare.
Grazie a questi strumenti, il percorso si adatta alle esigenze di ciascun paziente, valorizzando la partecipazione attiva al trattamento.